Da: "Ufficio Stampa M.Argentario" A: Oggetto: ARIE DI MARE RICORDA HIROSHIMA Data: giovedì 18 agosto 2005 17.59 COMUNE DI MONTE ARGENTARIO Arie di Mare 2005 "Pietre Bruciate" Progetto Hiroshima domenica 21 agosto ore 21,30 Porto S.Stefano, 64° Deposito Aeronautica Militare Il programma della rassegna che quest’anno sviluppa il tema “Pietre bruciate” prosegue i suoi appuntamenti raccontando di incontri e scontri di uomini, civiltà e culture, evocando parole "come pietre" - appunto - a ricordare le guerre infinite e quelle del Novecento, in un anno di anniversari gioiosi e tragici : l’inizio per l’Italia della Prima Guerra Mondiale, la fine della seconda e Hiroshima. A quest'ultima tragedia è dedicato lo spettacolo di domenica sera con la regia e coreagrafie d Kuniaki Ida e la direzione musicale Julian Lombana. A sessant'anni dalla caduta delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, una tragedia che ha influenzato il pensiero, la scienza, la filosofia , il cinema la musica di questi decenni, Progetto HIROSHIMA propone, come ricordo e omaggio alle vittime, una partitura complessa, in cui confluiscono discipline diverse –musica, danza, teatro, video - e cui hanno contribuito i diversi laboratori di spettacolo rivolti a giovani professionisti promossi dal festival-laboratorio trentino Pergine Spettacolo Aperto. Un video montaggio originale e materiale poetico e lettario si alternano alle note di Takemitsu, de La morte e la fanciulla di Schubert e dello Stabat Mater di Pergolesi, interpretato da un'azione coregrafica. Dalle pietre bruciate di Hiroshima, un monito alla responsabilità della scienza verso la guerra e la pace. Franz Schubert a Hiroshima Il quartetto La morte e la fanciulla di Franz Schubert (Vienna, 1797 – 1828) è uno dei brani più emblematici di quel primo Ottocento in cui il compositore sperimentava la sua poesia dei suoni, in una società in trasformazione. Nel pensiero schubertiano, un iter logico e psicologico stringente lega la condizione umana alla morte. Il quartetto, composto nel 1824, riprende un immaginario dialogo tra una giovinetta e la Morte, troppo presto venuta a prenderla. Qui il brano si accompagna al video originale dedicato a Hiroshima (montato seguendo i movimenti della musica): l’antico motivo poetico rivive sullo sfondo di una visione da apocalisse moderna. Toru Takemitsu: un requiem per non dimenticare Takemitsu (Tokio, 1933 – 1996) è stato uno dei massimi compositori giapponesi del XX secolo. Ha saputo fondere la tradizione musicale orientale e quella occidentale, in un linguaggio originale e aperto allo sperimentalismo. Si è dedicato intensamente alla musica per il cinema, componendo fra gli altri per Akira Kurosawa. Il Requiem per orchestra d’archi, composto nel 1957 ha reso internazionale la sua fama. Dedicato alle vittime di Hiroshima e Nagasaki, questo brano minimalista, valorizza le possibilità espressive dell’orchestra d’archi evocando un’atmosfera allucinata e irreale, ma suggerendo allo stesso tempo che dentro al nucleo più duro e nero della morte può rinascere la speranza. Le note di Takemitzu accompagnano nello spettacolo una delle più commoventi vicende umane di Hiroshima: la storia della piccola Sadako e delle sue mille gru di carta. Jacopone e Pergolesi in una danza per Hiroshima E’ l'autunno del 1735. Il giovanissimo Pergolesi già minato dalla tisi, è ospite del monastero dei Padri Cappuccini di Pozzuoli. Morirà di lì a poco, a ventisei anni, alle soglie della nuova primavera. Nell'ambiente raccolto del convento, Pergolesi compone il suo Stabat mater, una delle creazioni musicali più intense della storia della musica Il canto apparteneva alla spiritualità francescana -il testo è infatti, attribuito al grande poeta e frate minore duecentesco Jacopone da Todi- e al movimento francescano si deve l’affermazione del pianto della Madonna, nella letteratura, nella musica, nelle arti figurative. In questa composizione, il testo dell'uomo duecentesco Jacopone è interpretato dal settecentesco uomo Pergolesi, con tutto il languore del nuovo gusto sentimentale dell'epoca arcadica: le melodie scaturiscono intense, liriche, sinuose, in una scarnificata essenzialità La sanguigna disperazione medievale si trasforma in Pergolesi nel luogo della malinconia. L’idea ( del tutto originale) di interpretare il brano con un’azione teatrale e coreografica propone alla sensibilità contemporanea un’ulteriore lettura del dolore umanissimo, senza tempo e senza luogo, che Stabat mater rappresenta. L’approccio di Kuniaki Ida, regista e didatta di lunga e articolata esperienza, attivo fra il Giapppone e l’Italia, si colloca fra danza, mimo e teatro e rappresenta anche un metodo e un stile sperimentato a fondo presso la scuola Paolo Grassi di Milano (Corso di Teatro Danza). Hiroshima e altre bombe: la guerra (non) è un videogioco Quello che mi ha sempre colpito, è che la fine di tutto questo (la II° guerra mondiale), accadeva a soli 19 anni dalla mia nascita e che, per i bambini della mia età, si sarebbe trasformato solo in un gioco, esattamente come accadeva con i cowboy e gli indiani. E che solo di un gioco si trattasse, potrebbe pensarlo anche uno spettatore che, ora, a distanza di anni, guardi queste immagini cariche di una loro sconcertante bellezza. Forse solo l'andare alle radici più profonde della sofferenza provocata da 6 anni di follia, permetterebbe di darne il vero senso. E, forse, chi prima di tutti il senso lo a compreso, è stata la donna. Perché dietro ogni proiettile sparato o bomba che cadeva, c'era una donna che sarebbe stata colpita come madre, come moglie, come figlia. A questo grandioso, tragico spettacolo che è stata la II° guerra mondiale, l'uomo, con immenso senso scenico, sarebbe riuscito a trovare la conclusione più spettacolare, con il più grande "fuoco artificiale" della storia: la bomba atomica. (Francesco De Napoli) Porto S.Stefano, 18 agosto 2005